Nuova ristrutturazione:': Appartamento ridisegnato in chiave moderna e completamente ristrutturato (Giugno 2023, nuovo impianto di riscaldamento, nuova caldaia, nuovi infissi, nuovo vespaio sotto al pavimento e con rifiniture di pregio).
Ottimo investimento, sia per uso residenziale che anche per affitti brevi/turistici con formula di affitto garantito.
Giardino di pertinenza ad uso esclusivo e situato in una palazzina in un contesto tranquillo, residenziale.
L'immobile di 67mq. ca. catastali, è composto attualmente da tre locali suddiviso in un accogliente ingresso, una moderna cucina, una spaziosa camera matrimoniale e una comoda camera singola. Il bagno è finestrato e dotato di doccia con seduta, split a cascata e cromoterapia.
Opzione 2, con 1 camera: qualora sufficiente l'ampia camera matrimoniale, sono stati predisposti gli allacci per spostare l'angolo cucina ed abbattere una parete in modo da creare un'ampia zona giorno affacciata sul giardino
Il pezzo forte dell'appartamento inoltre è un ampio giardino privato di 65mq. ca. catastali, ideale per godersi momenti di relax all'aria aperta.
L'immobile gode di un'ottima esposizione ed è dotato di riscaldamento autonomo con la predisposizione per l'aria condizionata.
LA ZONA
Le Cure è un quartiere residenziale di Firenze, situato immediatamente a nord del centro storico. Anticamente, questa zona a nord di Porta San Gallo e di Porta a Pinti era aperta campagna e nel 1520 fu luogo della apparizione e miracolo della Madonna della Querce a Le Cure.
Il quartiere delle Cure si sviluppò come quartiere residenziale in seguito all’ampliamento della città con i lavori di Firenze Capitale. Fino ad allora era stato un piccolo insediamento fuori le storiche mura cittadine, dedito da secoli alla lavorazione di corde e tessuti, e qui sorto per la presenza del torrente Mugnone che garantiva l’acqua indispensabile per tali attività artigianali. Lungo gli argini del Mugnone lavoravano i funaioli e i curandai. I primi realizzavano funi e corde ricavandole dalle matasse di canapa che stendevano lungo il corso d’acqua. Invece, i secondi lavavano, sbiancandole (in latino “cura” è sinonimo di mondatura e da cui “curandai”), le tele di lino con il ranno, cioè con l’acqua filtrata con la cenere e bollita, poi lavate ancora, risciacquate e stese sui fili posti sugli argini del torrente.
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